Pacem in terris. Compie 60 anni l’Enciclica di San Giovanni XXIII

Sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà.

Il testo scritto da Papa Giovanni XXIII, fu firmato il giovedì santo del 1963, in data 11 aprile di sessanta anni fa. Il papa del Concilio che in soli cinque anni di pontificato rivoluzionò il mondo cattolico, desiderando una Chiesa che attuasse concretamente il Vangelo, volle fortemente far sentire la sua voce. L’enciclica usciva a pochi mesi dalla crisi di Cuba, che aveva paralizzato la popolazione del mondo intero nel terrore dello scontro diretto fra le due superpotenze nucleari, gli Stati Uniti da un lato e la Russia dall’altro che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante il periodo storico denominato “guerra fredda”, si contrapposero politicamente ed economicamente, dividendo l’Europa in blocchi internazionali ostili: l’Occidente (gli Stati Uniti e gli altri membri della NATO), l’Oriente (l’Unione Sovietica e i membri del Patto di Varsavia) e, in seguito, il terzo blocco dei Paesi non allineati. Democrazia-capitalista da una parte e il Socialismo-Comunismo dall’altro. L’ostilità tra le due superpotenze si sviluppò nel corso degli anni, incentrandosi sulla competizione in vari campi (militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo). E Cuba nel 1962 fu uno di questi episodi, che se non fosse rientrato, avrebbe provocato una guerra nucleare.

Papa Giovanni, arguto Pontefice, non volle tacere e fece sentire la voce della Chiesa, in risposta agli avvenimenti accaduti, con l’enciclica che anelava alla pace.

Gli argomenti, trattati in maniera precisa e schematica, sono suddivisi in sei parti:

  • Introduzione
  • I – L’ordine tra gli esseri umani
  • II – Rapporti tra gli esseri umani e i poteri pubblici all’interno delle singole comunità politiche
  • III – Rapporti tra le comunità politiche
  • IV – Rapporti degli esseri umani e delle comunità politiche con la comunità mondiale
  • V – Richiami pastorali

L’articolo su Clarus

(Coord. Ambito Sociale Annamaria Gregorio)